Fase 2 - Oakland

Bruce si trasferì a Oakland nel 1963. Durante questo periodo della sua evoluzione marziale, grazie alla stretta collaborazione di James Lee, Bruce inizia a compiere una vera e propria rivoluzione. Questo grazie anche alla celebre sfida tra Bruce e Wong Jack Man durante la quale Bruce, pur sconfiggendo il suo avversario, si rese conto che il suo stile basato sul Wing Chun era troppo statico e limitativo. Dall’intervista di Bruce Lee rilasciata alla rivista Bleck Belt : "Avevo accettato una rissa a San Francisco con un Maestro di Kung-Fu e, dopo un breve scambio di colpi, il figlio-di-una-cagna si mise a correre. L'ho inseguito e, come un pazzo, mentre lui scappava lo colpivo con una serie di pugni a catena dietro la testa. Presto i miei pugni cominciarono a gonfiarsi a furia di colpire la testa dura. In quel momento mi resi conto che il Wing Chun non era molto pratico, così cominciai a cambiare il mio modo di combattere". Linda Lee, che era presente all’incontro, nel suo libro scrive cosi: "I due fecero un inchino formale e poi cominciarono a combattere. Wong adottò una posizione classica mentre Bruce, che all'epoca utilizzava ancora il suo stile Wing Chun, produsse una serie di pugni diretti. Nel giro di un minuto, gli uomini di Wong Jack cercarono di fermare la lotta, ma Bruce cominciò ad inveire ancora di più, così James Lee li invitò a lasciar continuare la lotta. Un minuto dopo, Bruce iniziò ad attaccare seriamente, così Wong Jack cominciò a fare marcia indietro più in fretta che poteva. Quando in realtà si voltò e iniziò a correre, la situazione stava diventando quasi ironica. Così Bruce si avventò definitivamente su di lui come un leopardo e iniziò a scaraventargli una serie di pugni. «E 'abbastanza?» gridò Bruce. «Basta!» supplicò il suo avversario. Bruce rifece una seconda volta la domanda per essere sicuro di aver capito che questa era la fine del combattimento".

La prima sede del Jun Fan Gung-Fu Institute, dove ebbe luogo lo scontro tra Bruce Lee e Wong Jack Man. Oggi è una concessionaria di automobili.

Bruce Lee